In adesione alle posizioni assunte dall’Associazione Dottorandi e Dottori di ricerca Italiani (ADI) riportiamo il comunicato stampa

Formazione insegnanti: il Ministero va contro la valorizzazione del dottorato di ricerca

Il 10 settembre 2010 il Ministro Gelmini ha firmato il Decreto “Definizione della disciplina dei requisiti e delle modalità della formazione iniziale degli insegnanti della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di primo e secondo grado, ai sensi dell’articolo 2, comma 416, della legge 24 dicembre 2007, n.244”.

Il nuovo Regolamento sulla formazione iniziale dei docenti prevede l’istituzione di un anno di tirocinio formativo per accedere all’insegnamento.

Lo schema di Regolamento reso pubblico nel mese di maggio 2009 era stato accolto con favore dall’ADI in quanto costituiva un grande passo in avanti verso la valorizzazione del titolo di dottore di ricerca: lo schema prevedeva, infatti, che i dottori di ricerca fossero ammessi in soprannumero al tirocinio formativo, previo superamento dell’esame di ammissione.

Il Regolamento appena approvato, invece:

– inserisce l’incompatibilità tra il tirocinio formativo e il corso didottorato (incompatibilità non prevista per le SISS);

– elimina la possibilità dell’ammissione in soprannumero al tirocinio formativo;

– prevede semplicemente il riconoscimento di 6 punti per l’esame di ammissione al tirocinio formativo per i dottori di ricerca e 4 punti per chi abbia svolto 2 anni di attività di ricerca.

L’ADI è da anni impegnata in un’importantissima campagna per la valorizzazione del titolo di dottore di ricerca: riteniamo inammissibile che le competenze acquisite dai dottori di ricerca grazie ad un forte investimento dello Stato vadano disperse per l’incapacità dell’università, della scuola, della pubblica amministrazione e del mondo del lavoro di mettere a valore tale patrimonio.

Per questo contestiamo duramente la scelta inconcepibile del Ministro Gelmini di contrastare la valorizzazione dei dottori di ricerca.

Questo passo indietro costituisce per noi un ulteriore motivo di preoccupazione per la politica del Governo che – attraverso i duri tagli al finanziamento degli atenei, il blocco del reclutamento e le disposizioni previste dal disegno di legge 1905 in discussione alla Camera – continua ad ostacolare la crescita della ricerca e della conoscenza scientifica nel nostro Paese.

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